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Nonostante le profonde trasformazioni intervenute nel contesto sociale, economico e culturale, il sistema educativo italiano resta sempre uguale a se stesso: nel modello didattico, nell'impianto disciplinare, nell'autoreferenzialità del suo rapporto con l'esterno. Il tasso di analfabetismo in senso stretto si aggira sul 3.5%; l'incidenza dei laureati sul totale degli occupati è un sesto di quella degli Usa e un terzo di quella della Francia; su mille iscritti al primo anno di scuola, meno di un terzo raggiunge la laurea; più di un quarto degli occupati ha al massimo completato la scuola dell'obbligo. E qui una delle radici della crisi italiana: l'Ocse ha stimato in un punto all'anno il contributo che alla crescita del Pil darebbe l'allineamento del nostro sistema scolastico agli standard dei Paesi più avanzati. Abbastanza per rovesciare i giudizi delle agenzie di rating... Non occorre - secondo gli esperti riuniti da Astrid - l'ennesima riforma organica. Occorrono scelte radicali e coraggiose che affrontino in modo mirato quattro problemi cruciali: la questione giovanile, il modello didattico, la governance del sistema, le risorse. Scelte da costruire con un confronto libero e con logica bipartisan, sottraendole allo scontro aprioristico fra le parti politiche e le rispettive tifoserie. Questo volume ne presenta alcune tra le più importanti e innovative.